LA FESTA

Fabio Vagni, Roberto Spinozzi e Simonetta Salvatori sono 3 amici appassionati di cultura e storia contadina e mezzi da lavoro agricolo che, prendendo spunto dalle manifestazioni/rievocazioni agricole che già alla fine degli anni ’90 si svolgevano (in particolare) in Emilia Romagna, decidono di proporre una rievocazione di quella che era la vita contadina nelle “basse Marche” tra la metà degli anni ’50 e la fine dei ’60.
Rispetto ad analoghe manifestazioni però, Tempi di Aratura ha la particolarità di proporre solo trattori cingolati.
Il culmine dell’annata agricola era, ed è, la trebbiatura. Quello è il momento in cui la fatica e le speranze di un’invernata vengono ripagate dal raccolto.
Duro lavoro nei campi, da mattina a sera, ma anche festa.
Tempi di aratura nasce quindi nell’estate del 2008 come una festa che è una rievocazione di un’altra festa, quella che ogni anno, per secoli, si è riproposta nel periodo estivo a conclusione di un’annata di lavoro intensa.

La passione per le macchine agricole d’epoca, condivisa anche da Nicola Lucidi, Vincenzo Mora e Luciano Silla, ha spinto gli organizzatori ad associassi per comprare il primo trattore, un FIAT 55CL (del 1955) con il relativo aratro.
La scelta non è stata casuale, il 55CL è forse il mezzo che più rappresenta il passaggio dalla trazione animale a quella meccanica nel lavoro nei campi.
Il restauro dura quasi un anno e nell’estate 2009, alla seconda edizione della Festa, il 55CL fa bella mostra di sé e da prova di quello che è ancora in grado di fare.
Il trattore della FIAT diventa da quell’anno il simbolo, la mascotte, di Tempi di aratura, sintetizzando perfettamente il periodo che la festa vuole rievocare, il dopoguerra del boom economico, quando la civiltà contadina subì un profondo cambiamento grazie soprattutto all’avvento di macchine come il FIAT 55 CL.

Dal 2008 ad oggi la festa si è ripetuta ogni anno, sempre negli ultimi sabato e domenica di luglio, arricchendosi, nelle varie edizioni, di attrazioni sempre nuove.

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